Con la diffusione dell’illuminazione smart e delle automazioni, che cambiamenti prevede nel ruolo dei progettisti?
Ricordo che quando ho iniziato le sorgenti luminose a nostra disposizione erano limitate alle lampade a incandescenza, alogene, fluorescenti lineari e alle lampade HID per uso esclusivamente all'esterno. Di tutte queste, solo le lampade a incandescenza e alogene erano facilmente dimmerabili. Era possibile dimmerare anche quelle a fluorescenza, ma i regolatori di corrente necessari erano un costosi, a volte arrivavano a raddoppiare il costo della lampada. E i sistemi di controllo erano ingombranti e complicati. Ai tempi anche il dimmeraggio a zone multiple era molto difficile. Ora i LED ci permettono di dimmerare ogni tipo di luce, e se è possibile usare un semplice dimmeraggio 0-10V il costo è praticamente lo stesso di un interruttore, senza sovrapprezzi notevoli. Ed è questo che ci permette di avere i sistemi di controllo maggiormente sofisticati che usiamo oggi. E dato che i LED sono per loro natura a basso consumo, possiamo sfruttare le tecnologie senza fili che sarebbero state pressoché impossibili con le lampade tradizionali. La spinta verso l'automazione probabilmente è arrivata da fuori del mondo dell'illuminazione, per esempio non siamo stati pionieri dell’IoT, ma sicuramente abbiamo avuto dei benefici dalle nuove tecnologie.
Quando ho iniziato, nel medioevo, i progettisti illuminotecnici venivano ingaggiati per disegnare i piani del soffitto riflesso e selezionare le lampade, e a volte per progettare apparecchi di illuminazione personalizzati o modificati. Delineavamo una pianificazione dei possibili controlli, mostrando le nostre aree di illuminazione preferite, ma nella maggior parte dei casi non dovevamo occuparci degli aspetti tecnici, era esclusivamente responsabilità degli ingegneri elettrici. Infatti, ricordo che dai tempi di mio padre a quando ho iniziato io c’era una specie di guerra tra gli ingegneri e i progettisti. Secondo gli ingegneri riducevamo la loro sfera di influenza e quindi potenzialmente potevamo portare a una riduzione die loro guadagni. È durata fino all’arrivo di nuove sorgenti luminose (MR-16: ELV o MLV? CFL: attacco a 2 o a 4 pin?), quando le specifiche delle lampade sono diventate più tecniche. A un certo punto, gli ingegneri elettrici hanno ceduto un po’ di terreno. È stato un lavorone aggiornarsi costantemente sulla compatibilità delle sorgenti luminose e degli strumenti ausiliari. E quando sono arrivati i LED per un po’ è stato anche peggio. Corrente costante o tensione costante? Che tipo di driver con quale tipo di light engine e quale modalità di controllo? Ora che abbiamo driver UNV e trifase, molti di questi dubbi sono spariti. In progetti molto complessi posso delegare la progettazione tecnica agli integratori di sistemi, come facevamo in passato con gli ingegneri elettrici.