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Intervista Addison Kelly, ,

«In che modo la nostra illuminazione può sostenere la vision architetturale?»

Intervista con la progettista illuminotecnica Addison Kelly sull’impatto della tecnologia LED e sul futuro dell’illuminazione dell’architettura

10° anniversario del passaggio ai LED di ERCO: nel 2015 siamo diventati il primo produttore affermato di apparecchi di illuminazione con un portfolio di prodotti basato interamente sulla tecnologia LED. Fin dagli anni ‘70, la filosofia di illuminazione di Richard Kelly è una parte integrale della nostra identità aziendale, esattamente come oggi e sicuramente sarà ancora così nel futuro. Kelly ha trasmesso a sua figlia Addison l’elemento chiave, ovvero la passione per la luce. Abbiamo avuto l’onore di parlare con lei dell’impatto della tecnologia LED e del futuro dell’illuminazione dell’architettura.

«I principi di Kelly»: perché hanno resistito alla prova del tempo? Com’è si applicano di fatto questi tre principi alle moderne tecnologie? In che modo questo approccio si riflette nel suo lavoro?
Credo che i termini che mio padre usava per descrivere gli effetti dell’illuminazione siano validi ancora oggi per la loro poesia. Si dice che un’immagine valga mille parole, ma in questo caso le parole che lui usava sono talmente vivide che dopo averle sentite creano un’immagine indelebile nella mente. E penso che abbiamo tutti bisogno di poesia, buona parte della nostra attività si concentra sull’ingegneria e sui dati, ed è un sollievo potersi fermare e riflettere sul perché facciamo quello che facciamo.

Intervista Addison Kelly

In che modo la sostenibilità ha influenzato gli approcci alla progettazione illuminotecnica di oggi e quali argomenti prevede per il futuro? Quali responsabilità vede da parte del produttore e del progettista?
Il focus sulla sostenibilità è sicuramente aumentato negli ultimi anni, ed è un bene. Quando ho iniziato a lavorare nella progettazione illuminotecnica nei primi anni ‘80, non ricordo di aver mai pensato neanche per un attimo a dove sarebbero finite le lampade una volta esauste. A quei tempi l’energia elettrica era una risorsa relativamente economica e abbondante. Ricordo che potevamo includere nel progetto luci decorative, con lampade a incandescenza in aggiunta all’illuminazione funzionale in molti spazi. Entro l’inizio degli anni ‘90 quelle luci decorative che non fornivano illuminazione funzionale sarebbero state eliminate dal budget.
Per quanto riguarda la responsabilità per il progresso nello sviluppo, l’ho sempre considerata come una collaborazione tra produttore e designer, con un grande aiuto dei committenti che stabiliscono le linee guida, dei governi che impongono degli standard, dei fornitori di energia che possono fornire sconti e altri programmi per aumentare l'efficienza energetica, e dei clienti che portano le proprie esigenze nella discussione. In primis, con tutti questi fattori credo che i progettisti illuminotecnici abbiano la minore influenza in materia. Possiamo raccogliere dati e fare, si spera, le migliori scelte per i nostri clienti, ma raramente abbiamo il tempo o i compensi richiesti da un ruolo dirigenziale.

Intervista Addison Kelly
Intervista Addison Kelly

Con la diffusione dell’illuminazione smart e delle automazioni, che cambiamenti prevede nel ruolo dei progettisti?
Ricordo che quando ho iniziato le sorgenti luminose a nostra disposizione erano limitate alle lampade a incandescenza, alogene, fluorescenti lineari e alle lampade HID per uso esclusivamente all'esterno. Di tutte queste, solo le lampade a incandescenza e alogene erano facilmente dimmerabili. Era possibile dimmerare anche quelle a fluorescenza, ma i regolatori di corrente necessari erano un costosi, a volte arrivavano a raddoppiare il costo della lampada. E i sistemi di controllo erano ingombranti e complicati. Ai tempi anche il dimmeraggio a zone multiple era molto difficile. Ora i LED ci permettono di dimmerare ogni tipo di luce, e se è possibile usare un semplice dimmeraggio 0-10V il costo è praticamente lo stesso di un interruttore, senza sovrapprezzi notevoli. Ed è questo che ci permette di avere i sistemi di controllo maggiormente sofisticati che usiamo oggi. E dato che i LED sono per loro natura a basso consumo, possiamo sfruttare le tecnologie senza fili che sarebbero state pressoché impossibili con le lampade tradizionali. La spinta verso l'automazione probabilmente è arrivata da fuori del mondo dell'illuminazione, per esempio non siamo stati pionieri dell’IoT, ma sicuramente abbiamo avuto dei benefici dalle nuove tecnologie.

Quando ho iniziato, nel medioevo, i progettisti illuminotecnici venivano ingaggiati per disegnare i piani del soffitto riflesso e selezionare le lampade, e a volte per progettare apparecchi di illuminazione personalizzati o modificati. Delineavamo una pianificazione dei possibili controlli, mostrando le nostre aree di illuminazione preferite, ma nella maggior parte dei casi non dovevamo occuparci degli aspetti tecnici, era esclusivamente responsabilità degli ingegneri elettrici. Infatti, ricordo che dai tempi di mio padre a quando ho iniziato io c’era una specie di guerra tra gli ingegneri e i progettisti. Secondo gli ingegneri riducevamo la loro sfera di influenza e quindi potenzialmente potevamo portare a una riduzione die loro guadagni. È durata fino all’arrivo di nuove sorgenti luminose (MR-16: ELV o MLV? CFL: attacco a 2 o a 4 pin?), quando le specifiche delle lampade sono diventate più tecniche. A un certo punto, gli ingegneri elettrici hanno ceduto un po’ di terreno. È stato un lavorone aggiornarsi costantemente sulla compatibilità delle sorgenti luminose e degli strumenti ausiliari. E quando sono arrivati i LED per un po’ è stato anche peggio. Corrente costante o tensione costante? Che tipo di driver con quale tipo di light engine e quale modalità di controllo? Ora che abbiamo driver UNV e trifase, molti di questi dubbi sono spariti. In progetti molto complessi posso delegare la progettazione tecnica agli integratori di sistemi, come facevamo in passato con gli ingegneri elettrici.

Qual è la tecnologia di illuminazione che al momento la entusiasma di più?
Sono estremamente affascinata dalle opportunità offerte dalla tecnologia che permette di cambiare il colore della luce. Nel retail e nell’hospitality su vasta scala ci dà la possibilità di giocare con i colori dinamici, integrando anche sistemi audio e video, ed è bellissimo.

Nei progetti per strutture residenziali, sanitarie, didattiche e negli uffici ci permette invece di riflettere sull’illuminazione incentrata sulle persone con modalità che in passato sarebbero state impossibili. Possiamo scegliere facilmente sorgenti luminose con tunable white e pensare a come integrare la luce artificiale con la luce diurna, o a come emettere una quantità sufficiente di luce blu o limitarla nel corso della giornata. Credo che i produttori abbiano davvero fatto centro. L’aspetto negativo è che i produttori di apparecchi di illuminazione e quelli di sistemi di controllo sembrano non dialogare tra loro.

Intervista Addison Kelly

Come vede il futuro della progettazione illuminotecnica per l’architettura?
Attualmente mi sto proprio preparando per iniziare un progetto di sviluppo su grandissima scala per un uso misto, in cui gli obiettivi primari sono per un design orientato al futuro e che massimizzi la sostenibilità, e non vedo l’ora. Dato che siamo ancora nella fase di ricerca, sto pensando a come possiamo sfruttare al meglio le tecnologie di oggi ma con una progettazione modulare che permetta l’integrazione delle nuove tecnologie che arriveranno in futuro. Elementi di illuminazione biofilica? Illuminazione immersiva? Materiali stampati in 3D?

Se suo padre fosse ancora tra noi, cosa lo lascerebbe più sorpreso o compiaciuto nel settore edilizio moderno, secondo lei?
Ci ho pensato molto in questi anni. Molti di noi non erano convinti della tecnologia LED nei primi tempi: alcuni tra coloro che l’avevano adottata per primi ottennero colori orribili e un abbagliamento molto forte. Da allora abbiamo fatto moltissima strada. Ora abbiamo delle sorgenti luminose estremamente flessibili e adattabili che apportano notevoli miglioramenti rispetto alle tecnologie più vecchie. Tornerebbe mai alle lampade fluorescenti compatte? Credo che mio padre avrebbe accolto tutti questi cambiamenti.

Per tutta la sua vita è sempre stato mosso dalla curiosità. Gli interessava di tutto, seguiva conferenze su arte, design, natura, poesia e ingegneria e leggeva molto a riguardo. Aveva una formazione da architetto e credo che sarebbe stato stupito e affascinato soprattutto dall’architettura fluida.
Credo che resterebbe stupefatto dalla diversa velocità nel processo stesso di progettazione. Ricordiamoci che ai suoi tempi i disegni erano oggetti fisici che dovevano essere spediti da un posto all’altro. Prima di Fedex e DHL, questo processo richiedeva settimane, soprattutto in progetti internazionali. Tutte le principali decisioni sui progetti si prendevano in riunioni faccia a faccia, tutta la documentazione relativa al progetto era su carta e inviata per posta. Non esistevano i fax, figuriamoci le call su Zoom! Lo svantaggio nel modo di fare di oggi è che ci resta meno tempo per pensare.

Intervista Addison Kelly

Richard Kelly

L’americano Richard Kelly (1919–1977) è stato un pioniere della progettazione illuminotecnica qualitativa. Prese spunto da principi della psicologia della percezione e dell’illuminazione scenica per creare un nuovo approccio. Kelly sostituì la ricerca di quantità della luce con la ricerca della qualità della luce. Come progettista illuminotecnico collaborò a progetti molto importanti, come la Glass House (Philip Johnson), il Seagram Building (Mies van der Rohe) o il Kimbell Art Museum (Louis I. Kahn).

ERCO ha deciso di passare al 100% alla tecnologia LED per tutti i suoi prodotti 10 anni fa: secondo lei qual è stato il maggior impatto che l’illuminazione a stato solido ha avuto sulla progettazione illuminotecnica per l'architettura, dal punto di vista del suo personale approccio di design?
Ricordo il momento in cui ERCO passò definitivamente ai LED. Ero scioccata, a quei tempi sembrava un rischio enorme passare a una nuova fonte di illuminazione. Ovviamente ora sappiamo che fu una scelta estremamente lungimirante. Le fonti a stato solido ci hanno permesso di installare luci dove prima non sarebbe mai stato possibile, con una scelta di fasci luminosi e colori senza precedenti. Possiamo usare dei punti di luce che sono davvero di piccole dimensioni. Possiamo avere soffitti luminosi che siano efficienti e che richiedano pochissimo spazio tra la sorgente luminosa e il materiale riflettente, invece delle grandi intercapedini dei vecchi lucernari. Possiamo cambiare il colore della luce in modo graduale durante la giornata o proiettare immagini in movimento. Non dobbiamo preoccuparci di ingombranti luci di emergenza nel soffitto perché in tutte le stanze è possibile attivare un invertitore di emergenza.
In alcuni progetti, possiamo usare il sistema PoE per sfruttare i vantaggi di un cablaggio a basso voltaggio, per esempio in un data center. Possiamo montare ottiche con schermatura antiabbagliamento su apparecchi esterni senza aggiungere coperture e lenti esterne. E potrei ancora continuare con questa lista.

Ma, in sintesi, penso che i progettisti illuminotecnici nel loro lavoro abbiano lo stesso approccio che aveva mio padre: cosa vogliamo vedere in questo punto? In che modo la nostra illuminazione può sostenere la vision dell’architetto? Quale stato d’animo o emozione vogliamo evocare? In che modo questa illuminazione può essere una gioia per i sensi? Dov’è la poesia?

Intervista Addison Kelly

Su Addison Kelly

Addison Kelly, IALD, è la fondatrice e direttrice di US Lighting Consultants a New York City. Con un percorso iniziato con gli studi in progettazione grafica e un periodo di formazione professionale alla Parsons, ha guidato progetti di illuminazione negli Stati Uniti, in Europa, in Sud America e nel Medio Oriente. Come professionista certificata dell’illuminazione (LC), insegna alla New York School of Interior Design e tiene lezioni in tutto il mondo. Kelly è stata presidente della IESNYC ed è co-presidente del Richard Kelly Grant. Seguendo le orme di suo padre, il pioniere della progettazione illuminotecnica Richard Kelly, integra la storia, la precisione e l’atmosfera nei suoi progetti di progettazione illuminotecnica dell’architettura, che hanno ricevuto diversi premi.

Fotografia: © Paula Johas

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